Genitori separati: 3 regole per aiutare vostro figlio

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Genitori separati: 3 regole per aiutare vostro figlio

Genitori separati

Genitori separati

Quando, all’interno di una famiglia, i genitori si separano, tutti i componenti della famiglia devono affrontare questo cambiamento

La fase della separazione, dopo una lunga convivenza e dopo aver cresciuto ed educato i figli, è per tutti un’esperienza dolorosa che attiva molte dinamiche emotive. A volte il dolore degli adulti, soprattutto quando uno dei coniugi ha la sensazione di essere abbandonato e rifiutato dal partner, è così vivo da diventare un elemento chiave nell’ambiente familiare.

La divisione o anche solo la minaccia di separazione dei genitori provoca una situazione problematica e disagevole per i figli, perché si sentono traditi, defraudati, arrabbiati, ritrovandosi a essere spettatori inermi e silenti di una separazione che è sempre e solo una scelta compiuta dagli adulti.

I bambini hanno bisogno di sicurezza:

I bambini hanno estremo bisogno di sicurezza; crescono aspettandosi che i genitori siano perfetti e traggono forza nel vederli uniti. La fiducia nel mondo degli adulti li rassicura sulla possibilità di ricevere affetto e cure e li incoraggia a costruire, una volta diventati adulti, relazioni sociali positive con gli amici e con il partner.

Una coppia di genitori separati può generare nel bambino tormenti e sofferenze, nonché la preoccupazione di perdere uno dei due genitori e quella di veder compromesso il proprio legame affettivo con il genitore che si trasferisce altrove. È anche vero che quando certe situazioni sono esasperate ed esasperanti, a volte diventa sano e inevitabile separarsi e può essere un sollievo per tutti.

È importante vivere e proporre la separazione in maniera tale da cercare di arginare le inevitabili conseguenze.

Atteggiamenti sbagliati:

Ci sono, ad esempio, alcuni i genitori separati che cercano di nascondere il loro proposito di separarsi, di negare o di minimizzare i propri sentimenti ostili, auspicando che i figli non si accorgano di nulla. Questo atteggiamento ferisce e crea diffidenza e sospetto.

Genitori separati: meglio spiegare invece di negare!

In generale, è sempre meglio spiegare le difficoltà esistenti invece di negarle: anche i bambini molto piccoli percepiscono la tensione esistente tra i genitori. Una spiegazione chiara e sincera delle ragioni che hanno portato i loro genitori a separarsi li farà smettere una volta per tutte di pensare di essere in qualche modo responsabili della separazione e di cercare espedienti per far tornare unita la famiglia.

Sovente capita, anche, che il bambino si senta l’artefice della discordia tra i genitori e soffra per inconsci sensi di colpa, in quanto non può fare nulla per ricomporre l’unità familiare; la sensazione d’impotenza che prova può portarlo a modificare il suo comportamento e il suo carattere.

L’energia emotiva che i bambini e i ragazzi devono investire, per reagire alla conflittualità genitoriale, provoca una distorsione sia delle emozioni sia dei bisogni della loro età. Alcuni ragazzi si isolano dagli amici per non dover parlare del problema, provano vergogna e non riescono più a concentrarsi nello studio, andando incontro a un crollo del rendimento scolastico.

Non è la separazione in sé, ma il modo di affrontarla e di farla vivere ai figli a creare effetti negativi nel momento in cui agli adolescenti vengono a mancare i riferimenti di vicinanza e di sicurezza affettiva, indispensabili per la costruzione della propria identità. I figli hanno bisogno di essere rassicurati sul fatto che, nonostante non vivano più con entrambi i genitori, questi continueranno a seguirli da vicino.

Ecco tre regole per aiutare un figlio (di genitori separati) a capire che non è lui che state lasciando:

  1. Dirlo con le parole giuste. La comunicazione verbale comporta che si usino con i bambini parole di rassicurazione, in grado di dar loro la garanzia che saranno sempre amati, accuditi e protetti. Sempre attraverso le parole, gli adulti possono far capire ai bambini che riconoscono le loro manifestazioni emotive: “Vedo che sei arrabbiato, triste, ecc.; stai sicuro che mamma e papà faranno tutto il possibile per renderti la vita meno dura di quella che è oggi”.
  2. Stargli vicino. La comunicazione non verbale afferma la grande importanza di tutto ciò che non passa attraverso le parole. Soprattutto nel periodo di transizione, quello in cui si cambia casa, abitudini e convivenza, è opportuno stare molto vicini ai figli, abbracciarli, coccolarli e portarli a fare passeggiate, parlando di tutto quello che stanno vivendo e colorandolo di connotazioni emotive.
  3. Mantenere le vostre abitudini. È importante fornire stabilità e continuitàai figli attraverso la pratica di alcune abitudini della vita quotidiana che ne scandiscono il ritmo, emotivo e non, come i pasti, il sonno e tutti gli altri momenti in cui i genitori assicurano la propria vicinanza ai loro bambini. Pertanto, è basilare organizzare insieme ai figli i compiti che dovranno essere svolti dalla mamma e quali dal papà e stabilire quegli eventi della giornata che dovranno essere simili a prima della separazione, pur se vissuti in case diverse.

In generale, è importante ricordare che i bambini sono attenti osservatori e sono in grado di capire cosa succede, ma se non hanno qualcuno che glielo spiega, immagineranno i nuovi eventi a loro modo.


Dott.ssa Silvia Bassi
Psicologa Clinica e Scolastica, esperta in Neuropsicologia dell’età evolutiva

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